La carbossiterapia è un trattamento che utilizza anidride carbonica somministrata per via cutanea e sottocutanea.
Questa tecnica nasce dalla medicina termale e le prime applicazioni risalgono intorno agli anni 30 in Francia.
La terapia deve essere eseguita solo da personale medico specializzato che prima di sottoporre il paziente al trattamento deve verificare che lo stato di salute permetta di affrontare la terapia.
L’analisi clinica del danno locale serve a individuare il tipo di patologia del paziente anche per verificarne le sue cause e stabilire se effettivamente il paziente ne può trarre il vantaggio aspettato dalla carbossiterapia.
Tecniche ed esecuzione della carbossiterapia
Attraverso un ago collegato al tubo di un macchinario, che produce anidride carbonica in stato gassoso, questa sostanza viene iniettata al paziente.
L’erogazione viene costantemente regolata, e il trattamento prevede la sostituzione dell’ago per ogni paziente per garantire un alto livello di igiene. A cosa serve la carbossiterapia? O meglio:
Campi di applicazione
Dal momento che l’anidride carbonica è una sostanza già prodotta dal nostro corpo, possiamo affermare tranquillamente che questa terapia non va incontro ad eccessivi rischi.
La carbossiterapia è indicata ai pazienti che soffrono di gambe gonfie perché si riaprono i capillari occlusi e si agisce sulla microcircolazione, riduce il grasso accumulato ed effettua un’ossigenazione del tessuto, lasciando la pelle più elastica, quindi si riducono le adiposità localizzate.
Questa terapia è indicata anche per il trattamento della cellulite in quanto migliora il flusso sanguigno e la pelle a buccia d’arancia si presenta più levigata. Il trattamento è consigliato ai pazienti che soffrono del fenomeno di Reynaud, alopecia, ulcere cutanee, cellulite, psoriasi.
La biostimolazione da carbossiterapia è indicata per le rughe labiali, le zampe di gallina e per dare tono al collo e al decolté.