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Il cambiamento climatico «fa male» anche alla pelle

Surriscaldamento, incendi e urbanizzazione hanno effetti biologici diretti sulla dermatite atopica. Lo indica una revisione scientifica che ha analizzato diversi rischi ambientali. Dal 23 marzo visite gratuite in 40 ospedali italiani

Segreteria SIDeMaST, 25 Mar 2024 03:03

Che inquinamento e cambiamenti climatici abbiano conseguenze sulla nostra salute è ormai cosa nota e un nuovo studio, pubblicato da scienziati americani su «Allergy», aggiunge un nuovo tassello per quanto riguarda la dermatite atopica (o eczema) che interessa milioni di italiani, sia nell’infanzia sia in età adulta.

Gli autori della ricerca hanno effettuato una revisione della letteratura scientifica sui rischi climatici legati alle emissioni di gas serra per chi soffre di dermatite atopica e le conclusioni indicano un loro impatto sulla diffusione della malattia, sulla sua gravità e sulle riacutizzazioni, con ovvie conseguenze sull’aumento di terapie necessarie.

«I colleghi californiani hanno preso in considerazione 10 rischi climatici — racconta Maria Concetta Fargnoli, vicepresidente della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST) —: surriscaldamento, ondate di calore, siccità, eccessive precipitazioni, incendi, inondazioni, tempeste, innalzamento del livello del mare, cambiamento climatico degli oceani e urbanizzazione. I dati valutati provenivano da diversi studi, la maggior parte dei quali ha analizzato l’impatto di un singolo fattore climatico sulla dermatite, senza però considerare le complesse interazioni tra i vari eventi climatici e i loro possibili effetti “potenziati”».

Troppi batteri cattivi sulla pelle

Numerose ricerche precedenti avevano già chiarito un legame diretto fra eczema e inquinamento atmosferico. Ora emerge che anche surriscaldamento, incendi e urbanizzazione, in particolare, hanno effetti biologici diretti. «Senza considerare che gli inquinanti nell’aria (il particolato e i composti organici volatili derivanti dal traffico) aumentano con molti cambiamenti climatici — continua Fargnoli, responsabile dell’Unità di Dermatologia presso l’Ospedale San Salvatore dell’Aquila —. Tutto ciò influisce sull’alterazione della barriera cutanea, favorendo infiammazione, causando disbiosi (ovvero uno squilibrio microbico provocato da una crescita eccessiva di batteri “cattivi” sulla pelle) e scatenando il prurito. Tutti fattori che contribuiscono allo sviluppo e all’esacerbazione della dermatite».

Il ruolo degli allergeni

Certo molto dipende dall’area geografica in cui si vive e dal suo clima. «Ci sono altri numerosi fattori che contribuiscono a scatenare la dermatite atopica oppure a peggiorarla in chi ce l’ha già — spiega Antonio Costanzo, direttore della Dermatologia all’Istituto Clinico Humanitas di Milano —: un ruolo cruciale è svolto dagli allergeni (come i pollini), che possono raggiungere l’organismo attraverso la barriera cutanea difettosa, con l’alimentazione o con la respirazione. Anche radiazioni ultraviolette e fumo possono interagire direttamente con la barriera cutanea e i sistemi immunitari della pelle aggravando l’eczema. Infine c’è il clima: caldo e freddo intensi, insieme alla troppa umidità e alle brusche variazioni di temperatura, sono solitamente mal tollerati».

La pelle di chi ha questa patologia è secca e ruvida al tatto e, nella fase acuta, presenta chiazze di eczema (macchie rosse ricoperte di vescicole piene di liquido che possono poi evolvere in croste) in aree caratteristiche: principalmente viso, collo, décolleté, pieghe di gomiti o ginocchia, mani e piedi. E si presentano facilmente riacutizzazioni dopo stimoli come sudore, sfregamento, contatto con detersivi aggressivi.

Come proteggersi

Che cosa si può fare? «È importante un’assidua attenzione — risponde Costanzo —: bisogna assolutamente applicare creme emollienti che riparano il difetto di barriera della pelle ed evitare situazioni che possono peggiorare lo stato di secchezza come l’uso di indumenti di lana o sintetici, gli ambienti polverosi o secchi, il contatto con saponi aggressivi e sostanze irritanti per la sensibilità della cute atopica. La sudorazione eccessiva è un “nemico insidioso”, come i bagni troppo frequenti». La buona notizia è che le terapie a disposizione per la dermatite atopica oggi sono, finalmente, molte, efficaci e ben tollerate.

La campagna e le visite gratuite

Per aiutare i pazienti adulti che soffrono di questa malattia prima ad arrivare a una diagnosi e poi a essere curati e seguiti in un centro con esperienza la SIDeMaST promuove la campagna di sensibilizzazione «Dalla parte della tua pelle», realizzata con il Patrocinio di ADOI (Associazione Dermatologi-Venereologi Ospedalieri Italiani e della Sanità Pubblica) e ANDeA (Associazione Nazionale Dermatite Atopica) e con il contributo non condizionante di Sanofi. L’iniziativa prevede consulenze dermatologiche gratuite dal 23 marzo al 20 aprile 2024 in oltre 40 centri universitari e ospedalieri su tutto il territorio nazionale. Per accedere ai consulti la prenotazione è obbligatoria al numero verde 800086875 attivo sette giorni su sette dalle ore 10 alle 18. Informazione ed elenco completo dei centri sono disponibili anche sul sito web

Fonte citata: Il cambiamento climatico «fa male» anche alla pelle